sabato 10 settembre 2011

Verso la scelta vegetariana di Veronesi e Pappagallo

Un libro sulla scelta vegetariana in piena euforia da dieta Dukan? Mentre l' icona del regime iperproteico del medico francese Dukan, la principessa Kate d' Inghilterra, fa il pieno di consensi, testimonial perfetta della tendenza ad assottigliarsi senza perdere in vitalità e buon umore, l' oncologo ed ex ministro Umberto Veronesi, con il giornalista del «Corriere» Mario Pappagallo, escono con un libro per Giunti che racconta una storia completamente diversa: quella di chi ha rinunciato al consumo di carne (e che, probabilmente, dovendo scegliere un aggettivo, definirebbe il regime Dukan «criminale») per scelta etica e di salute. Ma nella società dell' immagine è l' estetica a mangiarsi allegramente le altre due - l' etica, la ponderazione nell' alimentarsi -, riducendole al rango di ancelle, di «effetti collaterali» sui bugiardini dei farmaci. C' è dunque spazio per il vegetarianismo? Dalle convinzioni filosofiche al gusto nel vestire - pensiero debole contro neorealismo, nuove stampe contro total black - siamo sempre più divisi in tribù: quello che funziona poco, in fondo, è la via di mezzo, mentre il club dei vegetariani, come quello degli «avversari» cultori delle proteine animali, continua a incassare nuovi iscritti. Al termine della lettura delle pagine con cui Veronesi apre Verso la scelta vegetariana. Il tumore si previene anche a tavola , l' unica domanda che sorge spontanea è perché non lo siamo già tutti, vegetariani. Un fisico più in salute, una mente più lucida, ridotte possibilità di ammalarci di cancro (non meno del 22 e non più del 42 per cento delle morti per tumore sarebbero evitabili cambiando le abitudini alimentari). Poi c' è la coscienza etica, la consapevolezza dei principi di sostenibilità ambientale, il desiderio di esprimere l' amore per il pianeta e la cultura della non violenza (il consumo di carne è il primo fattore responsabile dell' ingiustizia alimentare e fa sì che la metà del mondo si ammali e muoia per troppo cibo e l' altra metà per la sua scarsità). Pappagallo approfondisce il discorso scendendo nel dettaglio: passa in rassegna gli «alicamenti», gli alimenti-medicamenti, dà conto degli ultimi studi sul rapporto fra ambiente-cibo e mutazioni cellulari, analizza tutti i fattori di rischio legati a una dieta errata. Così alla fine la domanda è: ma se tutto questo è vero (e i due autori, prove alla mano, ci assicurano di sì) perché continuiamo a mangiare carne? Se la risposta è: «Perché è buona», ecco che l' oncologo incalza di nuovo, pronto ad infilzare (metaforicamente) la propria preda: «Può il criterio della bontà del gusto giustificare eticamente ogni atto con il quale ci procuriamo il cibo?». E racconta un aneddoto legato all' esploratore David Livingstone, il quale, durante una spedizione africana, incontrò un' anziana di una tribù antropofaga che mordeva con gusto quello che l' esploratore riconobbe essere il dito di un bambino. Impallidito, le chiese come poteva una donna, probabilmente madre e nonna, compiere un tale gesto e l' anziana rispose: «Se sapesse com' è buono!». Dati, riflessioni, studi scientifici, citazioni (mangiare carne è «digerire le agonie di altri esseri viventi», Marguerite Yourcenar) vorrebbero farci entrare in testa che nutrirci è una forma alta di cultura, che non si tratta solo di stabilire cosa mettere nel piatto, mossi dalla voglia del momento, ma piuttosto di scegliere quale vita vogliamo e da quale parte del tavolo vogliamo metterci a sedere (se fra coloro che hanno gli occhi bene aperti sul mondo o fra quanti mettono la testa sotto la sabbia). Una parte poderosa del libro (200 delle 288 pagine totali) è dedicata al ricettario, firmato dalla chef vegetariana Carla Marchetti, che indica nella via vegetariana una scelta alla portata di tutti e adatta anche ai bambini, garantisce Veronesi, a dispetto di quello che si sente invece ripetere. «È praticamente finita l' era del mangio ciò che voglio perché una cattiva alimentazione è pericolosa quanto il fumo, sebbene non ce ne sia la stessa consapevolezza», sintetizza Pappagallo. Si continuerà a fumare così come si continuerà a mangiare carne. La sola cosa che non si potrà più fare è nascondersi dietro il dito del «nessuno ci aveva avvertito». 

Il libro: Umberto Veronesi, Mario Pappagallo, «Verso la scelta vegetariana», Giunti, pp. 288, 16,50
http://archiviostorico.corriere.it

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