Un libro sulla scelta vegetariana in piena euforia da dieta Dukan?
Mentre l' icona del regime iperproteico del medico francese Dukan, la
principessa Kate d' Inghilterra, fa il pieno di consensi, testimonial
perfetta della tendenza ad assottigliarsi senza perdere in vitalità e
buon umore, l' oncologo ed ex ministro Umberto Veronesi, con il
giornalista del «Corriere» Mario Pappagallo, escono con un libro per
Giunti che racconta una storia completamente diversa: quella di chi ha
rinunciato al consumo di carne (e che, probabilmente, dovendo scegliere
un aggettivo, definirebbe il regime Dukan «criminale») per scelta etica e
di salute. Ma nella società dell' immagine è l' estetica a mangiarsi
allegramente le altre due - l' etica, la ponderazione nell' alimentarsi
-, riducendole al rango di ancelle, di «effetti collaterali» sui
bugiardini dei farmaci. C' è dunque spazio per il vegetarianismo?
Dalle convinzioni filosofiche al gusto nel vestire - pensiero debole
contro neorealismo, nuove stampe contro total black - siamo sempre più
divisi in tribù: quello che funziona poco, in fondo, è la via di mezzo,
mentre il club dei vegetariani, come quello degli «avversari» cultori
delle proteine animali, continua a incassare nuovi iscritti. Al
termine della lettura delle pagine con cui Veronesi apre Verso la scelta
vegetariana. Il tumore si previene anche a tavola , l' unica domanda
che sorge spontanea è perché non lo siamo già tutti, vegetariani. Un
fisico più in salute, una mente più lucida, ridotte possibilità di
ammalarci di cancro (non meno del 22 e non più del 42 per cento delle
morti per tumore sarebbero evitabili cambiando le abitudini alimentari).
Poi c' è la coscienza etica, la consapevolezza dei principi di
sostenibilità ambientale, il desiderio di esprimere l' amore per il
pianeta e la cultura della non violenza (il consumo di carne è il primo
fattore responsabile dell' ingiustizia alimentare e fa sì che la metà
del mondo si ammali e muoia per troppo cibo e l' altra metà per la sua
scarsità). Pappagallo approfondisce il discorso scendendo nel dettaglio:
passa in rassegna gli «alicamenti», gli alimenti-medicamenti, dà conto
degli ultimi studi sul rapporto fra ambiente-cibo e mutazioni cellulari,
analizza tutti i fattori di rischio legati a una dieta errata. Così
alla fine la domanda è: ma se tutto questo è vero (e i due autori,
prove alla mano, ci assicurano di sì) perché continuiamo a mangiare
carne? Se la risposta è: «Perché è buona», ecco che l' oncologo incalza
di nuovo, pronto ad infilzare (metaforicamente) la propria preda: «Può
il criterio della bontà del gusto giustificare eticamente ogni atto con
il quale ci procuriamo il cibo?». E racconta un aneddoto legato all'
esploratore David Livingstone, il quale, durante una spedizione
africana, incontrò un' anziana di una tribù antropofaga che mordeva con
gusto quello che l' esploratore riconobbe essere il dito di un bambino.
Impallidito, le chiese come poteva una donna, probabilmente madre e
nonna, compiere un tale gesto e l' anziana rispose: «Se sapesse com' è
buono!». Dati, riflessioni, studi scientifici, citazioni (mangiare
carne è «digerire le agonie di altri esseri viventi», Marguerite
Yourcenar) vorrebbero farci entrare in testa che nutrirci è una forma
alta di cultura, che non si tratta solo di stabilire cosa mettere nel
piatto, mossi dalla voglia del momento, ma piuttosto di scegliere quale
vita vogliamo e da quale parte del tavolo vogliamo metterci a sedere (se
fra coloro che hanno gli occhi bene aperti sul mondo o fra quanti
mettono la testa sotto la sabbia). Una parte poderosa del libro (200
delle 288 pagine totali) è dedicata al ricettario, firmato dalla chef
vegetariana Carla Marchetti, che indica nella via vegetariana una scelta
alla portata di tutti e adatta anche ai bambini, garantisce Veronesi, a
dispetto di quello che si sente invece ripetere. «È praticamente
finita l' era del mangio ciò che voglio perché una cattiva alimentazione
è pericolosa quanto il fumo, sebbene non ce ne sia la stessa
consapevolezza», sintetizza Pappagallo. Si continuerà a fumare così come
si continuerà a mangiare carne. La sola cosa che non si potrà più fare è
nascondersi dietro il dito del «nessuno ci aveva avvertito».
Il libro: Umberto Veronesi, Mario Pappagallo,
«Verso la scelta vegetariana», Giunti, pp. 288, 16,50
http://archiviostorico.corriere.it
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